Quella di Alemanno è la vittoria della Destra, quella vera. Ieri, quando “Lupo” s’è affacciato alla finestra del Campidoglio, l’Inno a Roma lo cantava un po’ tutta la piazza. Alemanno non è uno di destra così tanto per dire: è uno che la celtica la porta ancora al collo. C’entra poco con Fini , Gasparri e quelli di Alleanza Nazionale. “Una notte da raccontare ai nipotini”- diceva qualcuno all’ombra della statua di un imbandierato Marco Aurelio. E in effetti è un po’ così. Anni e anni di militanza nel sottobosco trovano soddisfazione e un po’ di giustizia in questa sua vittoria. Una vittoria ben diversa da quella del PdL. Adesso c’è da augurarsi che questa destra selvatica abbia la maturità e la forza di governare una macchina così complicata. Il compito è molto arduo. Bisognerebbe assestare subito un paio di colpi significativi. E Alemanno ha le capacità e la spregiudicatezza per poterlo fare. Sarebbe bello se riuscisse a dimostrare a questo paese che ricacciare la destra nelle fogne per tanto tempo non è stato un vantaggio per nessuno. E che un goccetto di olio di ricino, al massimo, è servito a molti, per digerire i veleni e i pregiudizi per per tanti anni hanno dovuto ingoiare.
2 comments
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rauti e non parlo dei botti, croci, braccia alzate, cori, stampelle, ghetti, fucili caldi, redde rationem, nessun prigioniero, villa certosa, barbareschi e i tassisti felici. è ora di partire, è decisamente ora di partire.
Partire! Partire! Partire e convincere altri a partire. Abbiamo bisogno di spazio, nietzschianamente parlando. Al vostro ritorno cercheremo di farvi trovare qualcosa che somigli a una capitale, anziché a un circo equestre. Buon viaggio.