L’attualità dei riferimenti di Evola a Roma, ed anche al germanesino, va ricercata oltre le contingenze storiche. I valori proposti da Roma, dalla tradizione nordica o indiana, sono i medesimi cui fa riferimento, ad esempio, la tradizione giapponese, o le tradizioni dei popoli amerindi.
Si tratta di valori universali immuni dalle trasformazioni etiche indotte dall’incapacità, da parte di alcuni o di molti, di vivere tali valori e dall’opera di dissoluzione prodotta da sistemi culturali anti-tradizionali.
La sfida non sta nel proporre quei valori CONTRO la storia (è questa la tendenza neo-pagana) ma di innestarli NELLA storia, nel presente.
In questo senso, affermare che il Cristianesimo ha distrutto il mondo romano significa negare la perennitas di Roma di cui non l’uomo è garante, ma Dio.
Occorre saper vedere, oltre i segni esteriori di decadenza, la presenza vivente, nel depositum fidei, di valori metafisici immuni dal decadere, eterni e immutabili, capaci di trasformare il mondo e la storia.
Nel passaggio da una forma tradizionale all’altra, quei valori sussistono. La sfida consiste ne riconoscerli e nell’incarnarli nella propria vita. [Prof. Mario Polia]